ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO
REGGELLO E CASCIA
Promozione del territorio del Comune di Reggello
REGGELLO
IL PAESE CHE COMINCIA SEMPRE E NON FINISCE MAI....

Reggello è il paese che comincia sempre e non finisce mai. Se tu segni i suoi contorni in una mappa ti appare uno strano animale mitologico dalla veste sfrangiata che corre dal Pratomagno fino alle sponde dell'Arno e, scavalcando i pinnacoli delle argillose balze, sorvola il mare d'argento degli ulivi che in collina presidiano i campi fortificati in muretti a secco e nel piano si distendono in armoniose simmetrie. In certe mattine autunnali si tuffa nel lago di nebbia che, per una magia destinata a svanire, prende il posto di quello pleistocenico.
LA BELLEZZA NEI CONTRASTI
I novelli Icaro che si lanciano dalla Massa Nera coi loro parapendii possono gustare appieno la bellezza multiforme di questa terra dove l'asprezza delle coste scavate sulle balze si mescola alla dolcezza del pian di Cascia con la sua pieve petrosa che pare nata insieme al mondo; dove l'austera foresta di Vallombrosa regala confortanti spazi di contemplazione nella millenaria Abbazia o nelle domestiche cappelle disseminate qua e là nel bosco.
UN PAESE LARGO
Ogni piccolo borgo, da Leccio a Pitiana, da San Donato a Caselli, da Sant'Agata a Saltino, e ancora e ancora, è un mondo tutto da scoprire, ricco di storia e di arte. I nomi della contessa Matilde di Canossa, di Arrigo VII, di Marsilio Ficino, di Lorenzo il Magnifico, del Ghirlandaio, del Curradi, rimbalzano da un luogo all'altro come fossero Tizio, Caio e Sempronio. E tutto comincia e ricomincia e niente finisce, perché Reggello è un paese largo, largo come la sua bella piazza, dove convergevano le antiche vie del vino e dell'olio.
MASACCIO E L'OLIO “BONO”
Qui la gente ancora si racconta e ha sempre qualcosa da dire, come di quella volta che gli studiosi di Firenze scoprirono che la Madonna della chiesetta di San Giovenale, sulla via dei Setteponti, era stata dipinta da Masaccio e così volevano tenerla loro, i Fiorentini, agli Uffizi. Figuriamoci se a Reggello gliela diedero vinta: Masaccio l'aveva fatta per questa terra la sua Madonna bella e qui doveva rimanere. Così oggi possiamo ammirarla al Museo Masaccio. E poi, a guardarlo attentamente, il Trittico di San Giovenale, si vede che i suoi Santi paiono i contadini di queste parti, dai volti aguzzi e severi, che pregano il Signore per l’olio novo, che sia “bono” come quello dell'anno passato, per condirci gli zolfini, che qui fanno anche parecchio bene.